Mi sono sempre immedesimata nei
personaggi di telefilm come “ER Medici
in prima linea “. Certo lavorare a fianco di un George Clooney in camice bianco
ha il suo perché, ma non ho mai
desiderato diventare una dottoressa o un’infermiera, troppo emotivamente
destabilizzante.
In questi anni ho conosciuto
tantissimi medici e paramedici che svolgono questo mestiere con passione e
determinazione, malgrado le scarse risorse degli ospedali pubblici italiani.
Nella mia città il reparto
oncologico è ancora aperto grazie al tam tam mediatico e alla mobilitazione
generale fatta di migliaia di firme di cittadini . Come si può pensare di
chiudere un reparto stracolmo di pazienti, dove passi le giornate attaccata ad
una flebo ma almeno in un clima sereno e nonostante tutto allegro, grazie alle
infermiere che amorevolmente seguono i malati??!
Certo ci sono anche i centri di
eccellenza, dove oltre a curare i malati,
viene anche finanziata la ricerca scientifica. Il centro di Candiolo
vicino a Torino e’ uno di questi e ahime’
e’ diventato quasi “una seconda casa”
per me.
La struttura e’ nuovissima ed imponente. Malgrado sia nel bel mezzo delle
campagne piemontesi e i parcheggi siano a “perdita d’occhio”, diventa difficile trovare un posto auto. Questo la dice lunga sulla quantità dei malati che frequentano il centro!
Ricordo che contattai
personalmente il Direttore della Divisione di Ginecologia Oncologica sul
cellulare . SI’! avete capito bene ………..sul SUO telefono personale , per
fissare un consulto medico. Purtroppo ci disse che stava per partire per le
vacanze, ma che aveva un’ottima equipe di medici e ci fornì un nome di un
collega .
Alla prima visita rimasi colpita
da questo giovane dottore dai modi gentili e con un faccino da eterno ragazzino
. Questo dottore mi segue ormai da circa 3 anni rassicurandomi ad ogni visita
di controllo e devo a lui la mia guarigione.
E’ palese l’entusiasmo con cui
svolge questo lavoro e sono contenta che finalmente possa raccogliere i frutti
di tanti sacrifici fatti di studio ed esperienze all'estero. Ho scoperto da
poco che si occupa anche di corsi di formazione per futuri infermieri, quindi
il suo e’ davvero un impegno a tutto tondo.
Ebbi comunque modo di conoscere
il primario in occasione del secondo
intervento di recidiva, o meglio avrei voluto stringergli la mano, ma non ebbi
il tempo di entrare in sala operatoria che l’anestesia mi aveva gia’ mandato ko
e stavo gia’ ronfando alla grande.
Il giorno dopo, mentre ero al
telefono con un’amica elogiando l’Istituto di Candiolo, mi si materializzo’
improvvisamente a fianco al mio letto un giovane biondo che si presento’
dandomi la mano. Era lui …il direttore…..Un medico giovane , bello, professionalmente
preparato ma soprattutto umile. Siamo lontani dai primari “baroni” di una volta,
lui e’ arrivato spingendo il carrellino per le medicazioni dicendomi “ora
inizio io poi finira’ l’infermiera”. Incredibile!
Una struttura ospedaliera che e’
in realta’ un concentrato di efficienza, professionalita’ e umanita’, dove le
camere hanno il bagno stile hotel piu’ che da ospedale e dove anche le signore
delle pulizie entrano in stanza ogni mattina con il sorriso stampato in faccia
e una battuta cordiale per tutti.
Non posso che ringraziare tutti i
medici dell’Ospedale della mia citta’ e l’Istituto di Candiolo per avermi assistita
in questi anni e se non sapete a chi donare il Vostro 5 per mille scegliete un
polo oncologico tutto italiano come L'Istituto
per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo (TO).
Foto cortesia di Jeff Eaton, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/
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