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giovedì 17 novembre 2016

LA CLASSE NON E' ACQUA


Vi è mai capitato di stare sedute per un po’ su una panchina ? Per la vita frenetica che conduco questo, rappresenta per me un evento. Dopo aver ammirato il panorama che mi circonda immancabilmente i miei occhi cadono sulla gente che cammina frettolosamente davanti a me.
Certo in una metropoli come New York stare seduti su un qualunque muretto o gradino è un vero spettacolo a cielo aperto. Etnie diverse con tratti somatici diversi, ma soprattutto modi di vestire davvero bizzarri. Gli americani hanno secondo me la capacità non comune di unire la moda con la praticita’.  Le donne sono capaci di uscire con i bigodi in testa. Oh My God!
Ma è anche normale vedere donne in severi tailleur  con la gonna e calze tinta nude, che si recano in ufficio calzando scarpe da ginnastica, ma portando con sé scarpe tacco 12 per l’ufficio. Certo e’ una realta’ diversa dalla nostra, magari chissa’ a quanti chilometri di distanza hanno lasciato l’auto oppure su quanti mezzi pubblici dovranno salire per arrivare al posto di lavoro, ma del resto questo capita anche in una citta’ grande come Milano.
Noi in Italia  abbiamo piu’ paura del giudizio altrui….per la cronaca la sottoscritta ha seguito l’esempio dalle donne newyorkesi, utilizzando le scarpe da ginnastica ma con i pantaloni NON certo con la gonna! L
Nella mia piccola città siamo un po’ tutti omologati ad uno stile comune e sono la prima ad ammettere che inorridisco quando vedo certe donne o ragazze che hanno un look alquanto discutibile che tende a ridicolizzare anziche’ valorizzare.
Qualche giorno fa’ ho visto una ragazza  taccata con mini gonna ampia  e udite udite…. i gambaletti traforati con buchi grossi ed elastico nero al ginocchio,  non era un look di mio gusto sebbene fosse di tendenza, ma devo ammettere che perlomeno era diverso dal solito.  Io ammiro l’originalita’ nell’accostare e sovrapporre i capi…….la mia cara amica Beatrice un giorno mi disse “ sai…. ho un cappottino un po’ leggero per l’inverno ma mi piace tanto quindi ho deciso che lo utilizzero’ con sotto un giubbino aderente tipo 100 grammi in tinta”. WOW! Idea geniale!! e penso “ecco potrei fare altrettanto pensando al mio cappotto nero inutilizzato da qualche anno”. Lo scorso inverno vedo le vetrine dei negozi invasi da pellicciotti corti e stretti in vita, super colorati e mi viene un’idea… perche’ non chiamare la mia amica sarta dalle mani d’oro per chiederle se sarebbe in grado di modificare il mio pellicciotto anni 80 marrone molto ampio e lungo ? vederlo chiuso in un armadio pur essendo ancora molto bello e caldo mi dispiaceva. Il risultato è stato eccezionale….. con abito da sera o con jeans aderente e tacchi è diventato nuovamente un capo alla moda!
Ragazze condividete tra amiche le vostre idee, siti web, negozi interessanti e modi per risparmiare anche modificando vecchi abiti.
Non credo che il vestito firmato sia indice di stile e gusto. Talvolta anche se sei ricco e puoi andare a fare shopping nelle boutique di lusso,  cio’ che conta è come vengono abbinati i capi . Ricordo una signora che lavorava una volta con me…..una bella donna con completi di marca e di qualita’ ma ogni volta che vedevo le sue scarpe inorridivo . Le scarpe non c’entravano nulla ne’ per colore ne’ per modello e catalizzavano l’interesse piu’ del vestito firmato sminuendolo.
Spesso le mie amiche mi chiedono dove compro i miei vestiti e quando dico loro che il blazer che sto indossando l’ho comprato in una bancarella del mercato per dieci euro quasi non ci credono e mi chiedono se possono unirsi a me per il prossimo tour del mercato! Adoro tuffarmi nei mucchi di vestiti…ovviamente se vedo un minimo di qualita’…trovo rilassante e aiuta a  liberare la mente …cercare, tirare fuori attratta da un colore,  maglie dalle forme improbabili e vestiti oversize… è davvero terapeutico provare per credere. 
Purtroppo non sempre, ma tra le montagne di vestiti mi e’ capitato di estrarre, come da un cappello magico, un bustino steccato da usare come sottogiacca per la sera oppure per l’ufficio con sotto una dolcevita oppure una giacchina sciancrata di panno oppure una maglia tecnica da runner a oltre meta’ del suo prezzo originale. Queste sono soddisfazioni! Per pochi euro hai qualcosa di nuovo J
La moda femminile e’ in continua evoluzione ma e’ anche il caso di dire “ mai piu’ senza”…. qualche capo  classico di marca di ottimo tessuto per qualche occasione importante….un abito nero, un pantalone morbido stile palazzo oppure una gonna a tubino, ma per tutto il resto ci si puo’ sbizzarrire spendendo poco e se poi non e’ piu’ di nostro gradimento ci dispiacera’ meno buttarlo via. Invece un abito maschile classico è praticamente “ senza tempo”.
Durante il periodo delle terapie cercavo in ogni modo di attirare l’attenzione su cio’ che indossavo, sulla bigiotteria low cost sempre molto vistosa e appariscente perche’ cio’ mi dava sicurezza e mi tirava su il morale. Talvolta mi sono fatta della violenza perche’ non avrei avuto voglia di truccarmi o vestirmi ma DOVEVO FARLO per me stessa…per sentirmi bene in mezzo agli altri.
Lo specchio è il vostro giudice piu’ severo!  Ed io sono ahime’ inflessibile nei miei confronti.
 Spesso mi capita di sbarrare gli occhi vedendo una donna sovrappeso che indossa abiti stretch super aderenti per assomigliare alla figlia adolescente oppure una ragazza con leggins pur avendo gambe cicciottelle, ma poi quasi quasi le ammiro e penso “beh se ha avuto il coraggio per uscire da casa cosi’ complimenti io non ce l’avrei fatta….”. e poi perche’ rinunciare ad indossare qualcosa che piace anche se non si ha un corpo da modella o non si è piu’ una ragazzina?? 

Foto cortesia di Tom Hilton, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/



martedì 20 settembre 2016

NON C'E' PIU' RISPETTO



“Non c’è’ più rispetto …neanche tra di noi” cantava alla fine degli anni ’80 il noto cantautore Zucchero Fornaciari e guardandomi intorno e’ una preoccupante realta’.
Rintanata sotto l’ombrellone di uno stabilimento balneare, osservo i tipi da spiaggia che mi circondano.
Una signora , forse piu’ giovane di me, cammina fiera della sua pancetta che ballonzola , in lungo e in largo per tutta la spiaggia, parlando con chiunque le capiti a tiro. Sa’ tutto di tutti meglio di un agente del FBI.
Peccato che la gentildonna non stia semplicemente chiacchierando, ma URLA a dei decibel incredibili e ovviamente “Dio li fa’ e poi li accoppia” anche il marito sbraita al telefono per fare sapere a tutti i bagnanti che ha problemi con il motore del suo scooter.  Ma un bel “chissene” glielo vogliamo mettere? Per il loro figlioletto deve sembrargli normale parlare con un tono di voce “da stadio” e  tirando un camioncino, urla a squarciagola con altri bambini in tutta la spiaggia. In questo scenario allucinante ci sono persone, come la sottoscritta, che tentano di riposare sul lettino, magari di schiacciare un pisolino post pranzo e a nulla servono le occhiatacce dei vicini di ombrellone.
Nessun tipo di riguardo, zero scrupoli per i turisti intorno a loro.
Poco piu’ avanti riconosco la solita madre apprensiva che viene ogni anno in vacanza in questo paesino di mare. Un donnone alto, seno piccolo ma con un lato B enorme. Esattamente come gli anni scorsi, per chiamare i figli a 10 metri di distanza  stile “scimmia urlatrice” inizia con il suo immancabile  “Mattiaaaaaaaaaaa” svegliando tre quarti dei vacanzieri. Ma dico io dato che ti potrebbe anche far bene alla tua silhouette, saresti cosi’ gentile da alzarti e andare a prendere il tuo bambino? E poi e’ cosi’ necessario rimproverarlo umiliandolo davanti a centinaia di persone? A nessuno interessa quali punizioni verranno inflitte al malcapitato. E’ cosi’ difficile portarlo nella cabina e fargli un “discorsetto”? Anch’io ho avuto i bimbi piccoli e di sicuro loro non capiscono se e quando possono fare i capricci sta a noi genitori educarli senza trincerarsi dietro il solito “ma e’ solo un bambino!!!”.
Dalla disperazione non ho avuto altra scelta se non chiedere uno spostamento tattico di ombrellone lasciando una famigliola di milanesi disperati in balia di questi invadenti vicini.
Per fortuna la spiaggia e’ presidiata da una miriade di vecchiette che trascorrono con mia infinita e sana invidia i loro giorni da pensionate. Forse sto invecchiando anch’io, ma sto riscoprendo il piacere di chiacchierare con signore dai capelli bianchi che hanno sempre qualche aneddoto di gioventu’ da raccontare e che tra loro si chiamano ancora “ragazze”. Incontro anche quest’anno, con immenso piacere , due sorelle ultraottantenni, super arzille e di classe che per scelta non si sono mai sposate, informatissime su qualunque tema di attualita’. Dopo pochi minuti, incredibile ma vero, le vedo discutere con mio figlio sul calcio mercato e sulle medaglie conquistate all’Olimpiadi .
Prima di andare in spiaggia, come ogni mattina, decido di farmi la mia oretta di camminata con le mie fedeli racchette da Nordic walking. Peccato che mi debba perennemente scontrare con i proprietari di cani di tutte le taglie, che oltre a fare i loro “bisognini” per strada, vengono lasciati privi di guinzaglio sul lungomare. Ahime’ lo devo ammettere ho una paura atavica per i cani, se ne incontro uno che mi si avvicina anche solo per giocare mi blocco come una statua , come se stessi giocando a “un due tre stella” e quindi chiedo “scusi potrebbe per favore mettere il guinzaglio al suo cane?”. I proprietari scocciati mi dicono “Signora stia tranquilla che non le fa’ nulla”. Ma come si puo’ esserne cosi’ sicuri? I cani sono animali e per questo imprevedibili. Se volete lasciarli liberi, com’e’ giusto che sia e li amate veramente , portateli in un bosco non nella passeggiata colma di gente, immobilizzati sotto i tavoli dei ristoranti o peggio ancora dentro i negozi affollati.

Non so’ forse sono diventata intollerante, ma faccio a fatica a sopportare determinati comportamenti che vanno a ledere la mia liberta’o piu’ semplicemente sono irrispettosi verso gli altri e anche una semplice vacanza puo’ diventare una lotta continua per avere un po’ di quiete. Ma per il prossimo anno mi sto gia’ attrezzando arrivo in spiaggia in assetto di guerra con un megafono per affrontare le mamme :) oppure chiedero’ semplicemente un ombrellone nella zona piu’ recondita della spiaggia almeno evitero’ discussioni e polemiche. La vita e' breve non ne vale la pena.

Foto cortesia di Siaosiao pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/





lunedì 18 luglio 2016

BASTA PESSIMISMO!


Scusate il ritardo.........ma ero impegnata a vivere !

In questo periodo mi sento come se fossi sopra il tagadà, chi ha una “certa” come me, ricordera’ questa giostra, stavi seduto su una un'enorme padella che girava e improvvisamente sopraggiungeva uno scossone facendoti alzare le gambe in alto senza controllo. Ecco alterno giorni in cui la giostra gira gira con tranquillita’ e altri in cui la vita mi costringe ad affrontare imprevisti e brutte notizie.

E’ vero vi ho promesso di regalarvi pillole di buon umore, ma dall’ultimo post mi sto scervellando per trovare una bella notizia, un aneddoto divertente, ahime’ confesso che l’impresa sta diventando ardua.

Ho perso un amico, un combattente, un ragazzo che amava la vita che nei suoi messaggi faceva coraggio a ME quando in realtà lui era in condizioni peggiori. Ora un’altra mia amica guerriera  e’ in ospedale ed ha appena subito un delicato intervento chirurgico, per fortuna superato brillantemente, ma sono stati comunque giorni di ansia.
Ma la vita va avanti e per cercare di donare spensieratezza e positivita’, ho organizzato la quarta edizione di un corso di make up gratuito nel reparto oncologico dell’Ospedale della mia citta’.
Ho visto arrivare in reparto cinque donne con un viso spento, rassegnate a dover combattere una guerra impari,  ma dopo due ore di pasticci con ombretti pennelli e tante risate le ho lasciate con un sorriso allegro e gioioso che mi ha riempito il  cuore. Non so’ quanto e come metteranno in pratica quanto appreso durante il corso, ma almeno in quelle poche ore non hanno pensato alla loro malattia, a parte il marito di una delle partecipanti che anziché farle i complimenti, ha commentato “e’ truccata troppo di blu !!” e la moglie, quasi a volerlo scusare  “io non mi trucco mai e non e’ abituato a vedermi cosi’! “ . Ero furibonda avrei voluto rispondere a quel marito “vuoi provare che sensazione ti da’ avere uno sguardo da pesce lesso  senza sopracciglia e ciglia? ”

Ecco e’ questo il punto!!  Dobbiamo dire a tutti i costi la verita’ anche se questa fa’ male? Stiamo “facendo il callo” alla brutalita’ della vita quotidiana?

Non so’ voi, ma io sono stanca di sentire notizie tragiche, attentati, violenze di ogni tipo , femminicidi,  incidenti stradali. 
In questi casi mi viene spesso in mente una mia ex collega che si rifiutava di guardare il telegiornale . Io la criticavo, dopo tutto non si puo’ mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma adesso quasi quasi inizio a darle ragione, io somatizzo, m'immedesimo, non riesco ad essere indifferente.
L’altra sera durante il golpe in Turchia io preoccupatissima scrivevo alla mia amica ad Istanbul, oggi ho scoperto che il papa’ di una mia vecchia compagna di classe e’ tra i feriti dell’attentato a Nizza.

Ma vogliamo parlare dei Social Network. Possibile che ci sono persone che postano su Facebook, solo immagini cruente, bambini morti, cani massacrati, ragazzi con la testa priva di capelli e gli occhi infossati con la solita scritta tipo “sto facendo l’ultima chemio mi fate gli auguri?”.  Ammesso che queste foto siano vere, che bisogno c’e’ di farlo sapere a tutto il mondo mondiale e ricevere poi commenti d'incoraggiamento da dei perfetti sconosciuti? Che valore aggiunto ti da’?

Serpeggia tra la gente una sfiducia nel futuro soprattutto per chi come me ha figli. Ogni volta che prendi un aereo, che ti rechi ad un concerto, che vai ad una partita di calcio, ti guardi attorno e speri sempre che non accada nulla di grave.

I giornalisti devono fare il loro mestiere, devono esporre i fatti ma perche’ ad ogni telegiornale, sui quotidiani non si sforzano di raccontare anche qualche bella notizia. Una nuova scoperta scientifica di alcuni giovani ricercatori, un’iniziativa di solidarieta’ verso i bisognosi, aziende che in contro tendenza creano posti di lavoro, certo  una notizia di cronaca nera fa’ schizzare gli ascolti televisivi, ma la gente comune ha bisogno di continuare a sperare.
Mi sono imposta d’ora in poi di assaporare ogni momento della giornata. 
Forse stiamo perdendo il piacere delle piccole cose  Proviamo a ritrovare la spensieratezza di quando eravamo bambini. Concedetevi un aperitivo con amici dopo una dura giornata di lavoro in cui magari avete litigato con il capo, andate a vedere una commedia divertente al cinema con la vostra famiglia , fate un pic nic in un bel prato al fresco sotto un albero magari in compagnia di un bel libro, fatevi coccolare in una beauty farm, un po’ di sano shopping ma anche solo passeggiare mangiando un gelato puo’ essere un modo per staccare dai problemi quotidiani, calmare lo stress e guardando il cielo con il naso all’insu’ osservare le nuvole, perche’ questo e’ ancora un gran bel pianeta in cui vivere.
E per ritrovare il buon umore ecco un paio di link di chi finalmente ha deciso di pubblicare notizie positive….buona lettura!!

Foto cortesia di Mon CEil, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/


martedì 24 maggio 2016

SI'............VIAGGIARE!


Sempre nell’ottica del “facciamolo ora che sto’ bene, perche’ in futuro non si sa’” io e mio marito,  in barba a possibili attacchi terroristici, impegni di lavoro e familiari, abbiamo deciso di prenotare un viaggio a Capo Verde Isola di Sal.
Premetto che siamo sempre stati orientati su viaggi itineranti . 
Il nostro viaggio di nozze non è stato il solito soggiorno in un atollo ai Caraibi, due piccioncini ostaggi del bungalow e dei lettini a bordo piscina,  ma un tour di alcune citta’ piu’ importanti del Nord Est degli Stati Uniti ovviamente prima fra tutte New York.
Stare seduti su una panchina a Central Park mangiando un hot dog oppure sui gradini di un mega grattacielo ad osservare la gente che passa,  la moltitudine di razze e di look mi ha sempre affascinato.
Questa volta invece, dato che era in occasione del nostro 20^ anniversario di matrimonio (un vero record di questi tempi!) abbiamo scelto un viaggio romantico e super rilassante.
Si sono aggregati  anche un’altra coppia di nostri amici con cui abbiamo gia’ fatto altri viaggi.
Arrivati al villaggio un po’ shakerati da 6 ore di volo , giusto pochi minuti per mollare il bagaglio in camera, indossare il costume da bagno e ci catapultiamo in un vero e proprio paradiso.
Avevo lasciato la pioggia a Milano e mi ritrovavo a camminare su una sabbia bianca e soffice come la farina….puff i piedi affondano …il vento sempre presente sull’isola inizia a farsi sentire….ma e’ un sollievo perche’ il sole picchia forte.
Nei giorni successivi inizio il mio “duro lavoro” di lettino terapia (ahime’ qualcuno deve pur farlo no??)……mattina e pomeriggio completamente coperta di crema solare protezione 50+ con un bel libro in mano…la goduria piu’ totale. A nulla sono serviti gli inviti degli animatori del villaggio…..volete imparare a ballare la baciata? Ginnastica? Partita a carte? Macche’  io e la mia amica Isabella eravamo arenate come due foche.
Sulla spiaggia incontriamo due simpatici ragazzi Pasqualino e Edison (improbabili nomi capoverdiani)  che ci mostrano le escursioni per visitare l’isola. Qui gli uomini hanno tutti o quasi dei fisici statuari con tartaruga incorporata e talvolta gli occhi chiari, mentre le donne sono tutte “in carne” con dei bei posteriori sporgenti. Qui con le mie forme sarei perfetta ed apprezzata!!:)
E tra derapate con i quod e bagni nelle saline iniziamo ad amare sempre di piu’ l’Isola di Sal e i suoi abitanti.
Scopriamo che sono molti gli italiani che vivono stabilmente sull’isola. Molti hanno aperto ristoranti, bar, edificato palazzi e creato ogni genere di attivita’ per il divertimento dei turisti. Gli italiani qui hanno creato un business, ma hanno anche aiutato l’economia dell’isola.
Dapprima ho invidiato chi ha fatto una scelta di vita cosi’ coraggiosa ma purtroppo non e’  “tutto oro quello che luccica”. Le tasse doganali sono molto alte, i capoverdiani importano tutto persino frutta e verdura  e la crisi si fa’ sentire.  Certo un pensionato italiano qui potrebbe vivere dignitosamente senza grosse pretese.
Abbiamo conosciuto un anziano signore italiano che pescava tranquillo e beato. Aveva proposto alla moglie di seguirlo e andare a vivere sull’isola ma di fronte al suo rifiuto egoisticamente ha fatto i bagagli ed e’ partito. Tutto cio’ mi fa’ pensare…..abbiamo una sola vita da vivere avra’ fatto bene il pensionato a mollare tutto? Certo vedersi attorniare da decine di bambini scalzi nelle favelas , felici solo perche’ sto regalando loro frutta e noccioline mi ha fatto provare una tristezza immensa, ma allo stesso tempo mi sono chiesta : abbiamo veramente bisogno di tutto cio’ che ci circonda? Il consumismo ci rende davvero felici? Il passeggiare sulla spiaggia con il vento tra i capelli e lo sciabordio del mare mi ha fatto sentire completamente in sintonia con la natura e  libera dai pensieri stressanti non per niente lo slogan dell’Isola e’ “Cabo Verde no stress”.   
In questa terra i ritmi  sono piu’ lenti, hai l’impressione di godere di ogni minuto della giornata e di assaporare la vita per la quale ho combattuto tanto in questi anni.

Al mio ritorno ho riabbracciato i miei figli  e ripreso il solito tran tran quotidiano ma continua a frullarmi nella testa una domanda che ci fece la guida turistica, perennemente in infradito, “Ma voi come fate a vivere la’?”. Ecco vi lascio con questo dubbio amletico.

martedì 3 maggio 2016

ORGOGLIO ITALIANO


Mi sono sempre immedesimata nei personaggi di  telefilm come “ER Medici in prima linea “. Certo lavorare a fianco di un George Clooney in camice bianco ha il suo perché,  ma non ho mai desiderato diventare una dottoressa o un’infermiera, troppo emotivamente destabilizzante.
In questi anni ho conosciuto tantissimi medici e paramedici che svolgono questo mestiere con passione e determinazione, malgrado le scarse risorse degli ospedali pubblici italiani.
Nella mia città il reparto oncologico è ancora aperto grazie al tam tam mediatico e alla mobilitazione generale fatta di migliaia di firme di cittadini . Come si può pensare di chiudere un reparto stracolmo di pazienti, dove passi le giornate attaccata ad una flebo ma almeno in un clima sereno e nonostante tutto allegro, grazie alle infermiere che amorevolmente seguono i malati??!
Certo ci sono anche i centri di eccellenza, dove oltre a curare i malati,  viene anche finanziata la ricerca scientifica. Il centro di Candiolo vicino a Torino e’ uno di questi e  ahime’  e’ diventato quasi “una seconda casa” per me.
La struttura e’ nuovissima ed  imponente. Malgrado sia nel bel mezzo delle campagne piemontesi e i parcheggi siano a “perdita d’occhio”,  diventa difficile trovare un posto auto. Questo la dice lunga sulla quantità dei malati che frequentano il centro!
Ricordo che contattai personalmente il Direttore della Divisione di Ginecologia Oncologica sul cellulare . SI’! avete capito bene ………..sul SUO telefono personale , per fissare un consulto medico. Purtroppo ci disse che stava per partire per le vacanze, ma che aveva un’ottima equipe di medici e ci fornì un nome di un collega .
Alla prima visita rimasi colpita da questo giovane dottore dai modi gentili e con un faccino da eterno ragazzino . Questo dottore mi segue ormai da circa 3 anni rassicurandomi ad ogni visita di controllo e devo a lui la mia guarigione.
E’ palese l’entusiasmo con cui svolge questo lavoro e sono contenta che finalmente possa raccogliere i frutti di tanti sacrifici fatti di studio ed esperienze all'estero. Ho scoperto da poco che si occupa anche di corsi di formazione per futuri infermieri, quindi il suo e’ davvero un impegno a tutto tondo.
Ebbi comunque modo di conoscere il primario in occasione  del secondo intervento di recidiva, o meglio avrei voluto stringergli la mano, ma non ebbi il tempo di entrare in sala operatoria che l’anestesia mi aveva gia’ mandato ko e stavo gia’ ronfando alla grande.
Il giorno dopo, mentre ero al telefono con un’amica elogiando l’Istituto di Candiolo, mi si materializzo’ improvvisamente a fianco al mio letto un giovane biondo che si presento’ dandomi la mano. Era lui …il direttore…..Un medico giovane , bello, professionalmente preparato ma soprattutto umile. Siamo lontani dai primari “baroni” di una volta, lui e’ arrivato spingendo il carrellino per le medicazioni dicendomi “ora inizio io poi finira’ l’infermiera”. Incredibile!
Una struttura ospedaliera che e’ in realta’ un concentrato di efficienza, professionalita’ e umanita’, dove le camere hanno il bagno stile hotel piu’ che da ospedale e dove anche le signore delle pulizie entrano in stanza ogni mattina con il sorriso stampato in faccia e una battuta cordiale per tutti.

Non posso che ringraziare tutti i medici dell’Ospedale della mia citta’ e l’Istituto di Candiolo per avermi assistita in questi anni e se non sapete a chi donare il Vostro 5 per mille scegliete un polo oncologico tutto italiano come  L'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo (TO).

Foto cortesia di Jeff Eaton, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/

mercoledì 20 aprile 2016

GENITORI 2.0


I mille impegni, riconducibili al mio ruolo di  madre e moglie, mi colmano la giornata, ma del resto è la vita di tante donne di oggi. Un correre continuo di qua e di là . Colloqui con i professori dei figli, allenamento di calcio , piscina, cucinare, far la spesa , il bucato, la casa, il lavoro, ma talvolta basta un piccolo aneddoto accaduto nella giornata che mi costringe  a guardare i miei figli con occhi diversi. Mentre li sento parlare a tavola durante la cena, mi sorprendo nel constatare quanto siano cresciuti. Dove sono finiti quei bambini con le guance cicciotte da strizzare, che mi dicevano “andiamo al pagiugoti?” (andiamo al parco giochi?) oppure quando m'indicavano con il ditino “le melanzanghe “ o mi chiedevano “ mi dai il biberombi?”. 
Com’e’ possibile che siano diventati più alti di me e che mi prendano in giro per la mia età? quando entriamo in un'edicola, mi chiedono regolarmente “cosa compri mamma? La rivista NONNA Moderna”?. Oppure se esprimo una mia opinione mi dicono “Mamma come sei old!”…….. Ma come si permettono ! J  
Sembra ieri che ero alle prese con pannolini , bagnetti e pappette eppure lo rammento come un periodo felice della mia vita, malgrado le ore di sonno perse. La stanchezza era all’ordine del giorno ma nulla di paragonabile a cio’ che avrei affrontato  in un futuro non lontano.
Certo essere genitore di questi tempi non è facile e se poi problemi familiari gravi minano la serenità e la sicurezza dei propri figli allora il compito diventa davvero arduo. Ma sta a noi crescere questi adolescenti che saranno uomini  e donne di domani.
Purtroppo il lavoro ci tiene lontani da loro e tentiamo di compensare tali mancanze facendo i salti mortali. Facciamo i compiti con loro, ci trasformiamo in taxisti per portarli in discoteca o  alle feste,  ospitiamo i loro amici a cena o a dormire . Ma alzi la mano quanti , nati negli anni ’60, avevano la madre che studiava con loro? Mia mamma, vuoi per il suo livello d'istruzione, non era in grado di supportarmi nello studio, quindi dovevo per forza cavarmela da sola anche nelle piccole cose. A 14 anni feci l’iscrizione alle scuole superiori in totale autonomia; non sapevo nemmeno cosa fosse una marca da bollo e dove comprarla. Certo come direbbero i miei figli “erano altri tempi”!
Ma forse ora siamo all’eccesso opposto. Siamo diventati genitori zerbinati per i figli!
Sento genitori che si privano di uscire nel fine settimana perché devono studiare latino con la figlia, che trascorrono le serate a preparare le ricerche per poi vantarsi del voto sensazionale che ha preso il figlio. Peccato che il compito l’abbia fatto il genitore e non il figlio! Potrei sembrarvi una madre degenere , ma io ho sempre cercato di responsabilizzare i miei figli , non controllo mai il diario scolastico, sono disponibile per verificare quanto da loro studiato, ma non studio con loro passando le giornate su Internet a caccia di spiegazioni su formule o teoremi di matematica studiati 30 anni fa. La verifica e’ stata insufficiente…… pazienza…. ma devono imparare che nulla si ottiene senza sacrifici e che non possono pretendere sempre l’aiuto dei genitori.  
Qualche volta mi e’ capitato di vedere genitori in piena notte fuori dalle discoteche ad aspettare i figli con il pigiama addosso, barricati in auto per difendersi dal freddo  e purtroppo  a volte ero anch’io li’ con loro! Mio padre mi diceva “se non trovi un passaggio da un amico con la macchina e per di più fidato, stai a casa!” Ancora oggi, quando incontro il mio amico Luca, non faccio che ringraziarlo! Proprio sul più bello in piena pista da ballo, lo guardavo con occhi imploranti e gli chiedevo se poteva portarmi a casa perché era scattata l’ora X come Cenerentola . Mi lasciava sul viale di casa  e dopo tornava nuovamente in discoteca…… un vero santo!
Questa e’ una generazione di ragazzi con una dimestichezza incredibile su tutto ciò che e’ tecnologico, ma si perdono “in un bicchier d’acqua” nella praticità della vita quotidiana. Negli anni ’80 era un must avere un mezzo a 2 ruote che non fosse la bici, tutti avevano la vespa o il ciao . E’ paradossale ma mio figlio spesso si lamenta che  non riesce a trovare un amico che abbia voglia di fare un giro in moto con lui , perché nessuno ce l’ha e non la desiderano nemmeno. Certo tanto ci siamo noi genitori che li "scarrozziamo"!

Questi adolescenti brufolosi hanno davvero tanti tantissimi amici, ma spesso sono solo virtuali, coinvolti come sono in ogni tipo di social network. Quelle rare volte che socializzano e stanno insieme non hanno nulla di nuovo da raccontarsi perché hanno già condiviso tutto su Facebook , Instagram, Pinterest e via dicendo. Ma non demonizzo questo loro mondo , anzi ho sempre cercato di entrarne a far parte perché solo parlando il loro linguaggio non ti senti esclusa a patto che però questi mezzi di comunicazione vengano utilizzati in modo corretto . Quando sento qualche mamma coetanea che mi dice, per partito preso, “ah io non sono capace…non sono iscritta nemmeno su Facebook…ho proprio un rifiuto per queste cose ”. Male! Dobbiamo tenerci al passo perché solo così possiamo capire le esigenze di questi ragazzi e poi il tempo ci dirà se abbiamo fatto un buon lavoro.

Foto cortesia di Stephan Hochhaus, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/     

domenica 10 aprile 2016

FORSE SONO MALEDUCATA!!!.........


Apro lentamente gli occhi….. sto riprendendo pian piano conoscenza …..mi guardo intorno e all’improvviso ricordo tutto , ho appena subito un delicato intervento chirurgico e mi accorgo di avere attorno al mio letto i miei familiari insomma le persone che mi vogliono bene. Tra tutte spicca uno spilungone di quasi due metri che riconosco essere il cugino di mio marito che abita a Cosenza . Con la voce ancora impastata e  sonnolenta gli chiedo “Che ci fai anche tu qui?” e lui mi risponde “tranquilla ho fatto solo una piccola deviazione prima di andare a Trento per lavoro”……e lui la chiama “piccola deviazione”???sono oltre 300 km di distanza!!Le sue parole mi strappano un mezzo sorriso e mi fanno apprezzare ancora di più il suo gesto, considerando che alla fin fine sono solo una parente acquisita.
Capite? Questo ragazzo non si è fatto scrupolo di pensare “oddio forse disturbo…magari non c’entro nulla….sono di troppo….le farà piacere?”…è venuto e basta!Perché mi conosce bene evidentemente.
Io non auguro a nessuno di soggiornare in un ospedale ma vi assicuro che il tempo sembra  come dilatato…....i minuti diventano ore……la noia ti attanaglia…forse l’unico rimedio e’ dormire, se riesci, perché almeno non ti rendi conto del tempo che passa. Chiaramente dipende dalle cure e dalla patologia. Io durante le sedute di  chemioterapie, che duravano quasi tutta la giornata, osservavo spesso la mia vicina di letto che aveva per ore e ore amiche vicine a lei che le tenevano compagnia. Per carità erano molto carine e gentili…. E conoscendo meglio la mia compagna di sventure si merita tutto l’affetto di questo mondo, ma io alla richiesta di qualche amica se volevo un po’ di compagnia, rispondevo garbatamente “vi ringrazio di cuore ma preferisco stare da sola a guardare un film e poi spesso mi addormento quindi non sarei di compagnia”.
Le persone che conoscono la vera Rosy sanno che io non ho mai fatto mistero della mia malattia, lo sapeva anche il postino che mi vedeva uscire in giardino con la mia bella bandana in testa, e per il mio essere cosi’ estroversa non poteva non farmi  piacere che qualcuno venisse a casa o in ospedale a trovarmi.
Io capisco che le persone siano titubanti ….certo non e’ bello come andare in ostetricia a trovare una mamma che ha appena partorito un bel frugoletto….ma se hai qualche dubbio, piuttosto fai una visita brevissima, cinque minuti di orologio , un sorriso, un caldo abbraccio , due parole e  te ne vai, ma almeno il malato sente che c’e’ qualcuno che gli vuole bene.
Smettiamo con questi falsi moralismi del tipo “ho paura di disturbare”!!! forse conviene a noi ragionare in questo modo????
Ovviamente se conosci il carattere della persona e sai che potrebbe rivelarsi cosa gradita . Diversamente ci sono persone che quando stanno male non vogliono vedere nessuno … io lo so’ e le rispetto . Ma piuttosto a questo punto mando un sms quasi giornaliero poco invasivo o una rapida telefonata. L’importante e’ far capire che ci sei  che le stai accanto nel momento del bisogno.
Ricordo una mia cara collega cinese …..ci siamo ammalate insieme … andavo in pausa pranzo a casa sua …..quando andava in Cina per delle cure sperimentali, mandavo dei messaggi a suo marito  …sono andata ancora alcune volte in ospedale…fino ai suoi ultimi giorni . Rimane il rammarico di non aver fatto abbastanza, ma sicuramente le ho regalato qualche sorriso e qualche abbraccio che non ha avuto da tutti quelli che piuttosto che chiamarla preferivano la via piu’ veloce e meno coinvolgente chiedendomi “Hai notizie? Come sta?”  ed io dopo l’ennesima richiesta d'informazioni un po’ scocciata rispondevo “Perché non glielo chiedete voi direttamente? Sono sicura che le farebbe piacere”. Sicuramente  ognuno di loro avra’ avuto le sue buone ragioni, ma siamo cosi’ presi e oberati da impegni quotidiani, casa, lavoro, figli per dimenticarci quanto sono importanti le persone che ci circondano ? O lo capiamo solo quando il problema ci tocca da vicino?
Mentre ero a casa dal lavoro durante la convalescenza, purtroppo un’amica stava iniziando anche lei la sua dura battaglia personale ed era in attesa dei risultati dell’esame istologico . Il giorno fatidico le chiesi “vai da sola a ritirarli?” e lei “si ! mio marito e’ impegnato con il lavoro e non puo’ accompagnarmi” al che non ci pensai due volte e le risposi “ti accompagno io!”. Di certo lei tento’ di opporre resistenza, dicendo che lei era una tosta che non aveva bisogno di nessuno, ma io m'imposi fermamente. Sono stata maleducata direte voi?? Forse e’ vero, sono stata maleducata e invadente, ma una vocina dentro di me mi diceva che dovevo andare con lei. Quando la vidi sciogliersi in lacrime davanti all’oncologo che le stava comunicando la triste notizia di un tumore maligno, capii che il mio comportamento non cosi’ “politicamente corretto” era stato la scelta giusta, perchè lei in quel momento aveva bisogno di un sostegno ed io ero li’ accanto a lei come solo un’amica puo’ e deve fare.

Questo forse vi sembrera’ un post “scomodo” e polemico, ma la mia intenzione e’ smuovere la coscienza di ognuno di noi , perché basta veramente poco per rendere felice un conoscente un amico senza aspettarsi nulla in cambio . E dalla mia esperienza vissuta non riesco ad essere indifferente davanti alla sofferenza altrui, magari sbagliando, ma pur sempre a fin di bene e armata di buone intenzioni. Perché non proviamo un po’ tutti a donare un sorriso a chi e’ piu’ sfortunato di noi? E’ cosi’ gratificante J

Foto cortesia di maf04, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/