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mercoledì 20 aprile 2016

GENITORI 2.0


I mille impegni, riconducibili al mio ruolo di  madre e moglie, mi colmano la giornata, ma del resto è la vita di tante donne di oggi. Un correre continuo di qua e di là . Colloqui con i professori dei figli, allenamento di calcio , piscina, cucinare, far la spesa , il bucato, la casa, il lavoro, ma talvolta basta un piccolo aneddoto accaduto nella giornata che mi costringe  a guardare i miei figli con occhi diversi. Mentre li sento parlare a tavola durante la cena, mi sorprendo nel constatare quanto siano cresciuti. Dove sono finiti quei bambini con le guance cicciotte da strizzare, che mi dicevano “andiamo al pagiugoti?” (andiamo al parco giochi?) oppure quando m'indicavano con il ditino “le melanzanghe “ o mi chiedevano “ mi dai il biberombi?”. 
Com’e’ possibile che siano diventati più alti di me e che mi prendano in giro per la mia età? quando entriamo in un'edicola, mi chiedono regolarmente “cosa compri mamma? La rivista NONNA Moderna”?. Oppure se esprimo una mia opinione mi dicono “Mamma come sei old!”…….. Ma come si permettono ! J  
Sembra ieri che ero alle prese con pannolini , bagnetti e pappette eppure lo rammento come un periodo felice della mia vita, malgrado le ore di sonno perse. La stanchezza era all’ordine del giorno ma nulla di paragonabile a cio’ che avrei affrontato  in un futuro non lontano.
Certo essere genitore di questi tempi non è facile e se poi problemi familiari gravi minano la serenità e la sicurezza dei propri figli allora il compito diventa davvero arduo. Ma sta a noi crescere questi adolescenti che saranno uomini  e donne di domani.
Purtroppo il lavoro ci tiene lontani da loro e tentiamo di compensare tali mancanze facendo i salti mortali. Facciamo i compiti con loro, ci trasformiamo in taxisti per portarli in discoteca o  alle feste,  ospitiamo i loro amici a cena o a dormire . Ma alzi la mano quanti , nati negli anni ’60, avevano la madre che studiava con loro? Mia mamma, vuoi per il suo livello d'istruzione, non era in grado di supportarmi nello studio, quindi dovevo per forza cavarmela da sola anche nelle piccole cose. A 14 anni feci l’iscrizione alle scuole superiori in totale autonomia; non sapevo nemmeno cosa fosse una marca da bollo e dove comprarla. Certo come direbbero i miei figli “erano altri tempi”!
Ma forse ora siamo all’eccesso opposto. Siamo diventati genitori zerbinati per i figli!
Sento genitori che si privano di uscire nel fine settimana perché devono studiare latino con la figlia, che trascorrono le serate a preparare le ricerche per poi vantarsi del voto sensazionale che ha preso il figlio. Peccato che il compito l’abbia fatto il genitore e non il figlio! Potrei sembrarvi una madre degenere , ma io ho sempre cercato di responsabilizzare i miei figli , non controllo mai il diario scolastico, sono disponibile per verificare quanto da loro studiato, ma non studio con loro passando le giornate su Internet a caccia di spiegazioni su formule o teoremi di matematica studiati 30 anni fa. La verifica e’ stata insufficiente…… pazienza…. ma devono imparare che nulla si ottiene senza sacrifici e che non possono pretendere sempre l’aiuto dei genitori.  
Qualche volta mi e’ capitato di vedere genitori in piena notte fuori dalle discoteche ad aspettare i figli con il pigiama addosso, barricati in auto per difendersi dal freddo  e purtroppo  a volte ero anch’io li’ con loro! Mio padre mi diceva “se non trovi un passaggio da un amico con la macchina e per di più fidato, stai a casa!” Ancora oggi, quando incontro il mio amico Luca, non faccio che ringraziarlo! Proprio sul più bello in piena pista da ballo, lo guardavo con occhi imploranti e gli chiedevo se poteva portarmi a casa perché era scattata l’ora X come Cenerentola . Mi lasciava sul viale di casa  e dopo tornava nuovamente in discoteca…… un vero santo!
Questa e’ una generazione di ragazzi con una dimestichezza incredibile su tutto ciò che e’ tecnologico, ma si perdono “in un bicchier d’acqua” nella praticità della vita quotidiana. Negli anni ’80 era un must avere un mezzo a 2 ruote che non fosse la bici, tutti avevano la vespa o il ciao . E’ paradossale ma mio figlio spesso si lamenta che  non riesce a trovare un amico che abbia voglia di fare un giro in moto con lui , perché nessuno ce l’ha e non la desiderano nemmeno. Certo tanto ci siamo noi genitori che li "scarrozziamo"!

Questi adolescenti brufolosi hanno davvero tanti tantissimi amici, ma spesso sono solo virtuali, coinvolti come sono in ogni tipo di social network. Quelle rare volte che socializzano e stanno insieme non hanno nulla di nuovo da raccontarsi perché hanno già condiviso tutto su Facebook , Instagram, Pinterest e via dicendo. Ma non demonizzo questo loro mondo , anzi ho sempre cercato di entrarne a far parte perché solo parlando il loro linguaggio non ti senti esclusa a patto che però questi mezzi di comunicazione vengano utilizzati in modo corretto . Quando sento qualche mamma coetanea che mi dice, per partito preso, “ah io non sono capace…non sono iscritta nemmeno su Facebook…ho proprio un rifiuto per queste cose ”. Male! Dobbiamo tenerci al passo perché solo così possiamo capire le esigenze di questi ragazzi e poi il tempo ci dirà se abbiamo fatto un buon lavoro.

Foto cortesia di Stephan Hochhaus, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/     

domenica 10 aprile 2016

FORSE SONO MALEDUCATA!!!.........


Apro lentamente gli occhi….. sto riprendendo pian piano conoscenza …..mi guardo intorno e all’improvviso ricordo tutto , ho appena subito un delicato intervento chirurgico e mi accorgo di avere attorno al mio letto i miei familiari insomma le persone che mi vogliono bene. Tra tutte spicca uno spilungone di quasi due metri che riconosco essere il cugino di mio marito che abita a Cosenza . Con la voce ancora impastata e  sonnolenta gli chiedo “Che ci fai anche tu qui?” e lui mi risponde “tranquilla ho fatto solo una piccola deviazione prima di andare a Trento per lavoro”……e lui la chiama “piccola deviazione”???sono oltre 300 km di distanza!!Le sue parole mi strappano un mezzo sorriso e mi fanno apprezzare ancora di più il suo gesto, considerando che alla fin fine sono solo una parente acquisita.
Capite? Questo ragazzo non si è fatto scrupolo di pensare “oddio forse disturbo…magari non c’entro nulla….sono di troppo….le farà piacere?”…è venuto e basta!Perché mi conosce bene evidentemente.
Io non auguro a nessuno di soggiornare in un ospedale ma vi assicuro che il tempo sembra  come dilatato…....i minuti diventano ore……la noia ti attanaglia…forse l’unico rimedio e’ dormire, se riesci, perché almeno non ti rendi conto del tempo che passa. Chiaramente dipende dalle cure e dalla patologia. Io durante le sedute di  chemioterapie, che duravano quasi tutta la giornata, osservavo spesso la mia vicina di letto che aveva per ore e ore amiche vicine a lei che le tenevano compagnia. Per carità erano molto carine e gentili…. E conoscendo meglio la mia compagna di sventure si merita tutto l’affetto di questo mondo, ma io alla richiesta di qualche amica se volevo un po’ di compagnia, rispondevo garbatamente “vi ringrazio di cuore ma preferisco stare da sola a guardare un film e poi spesso mi addormento quindi non sarei di compagnia”.
Le persone che conoscono la vera Rosy sanno che io non ho mai fatto mistero della mia malattia, lo sapeva anche il postino che mi vedeva uscire in giardino con la mia bella bandana in testa, e per il mio essere cosi’ estroversa non poteva non farmi  piacere che qualcuno venisse a casa o in ospedale a trovarmi.
Io capisco che le persone siano titubanti ….certo non e’ bello come andare in ostetricia a trovare una mamma che ha appena partorito un bel frugoletto….ma se hai qualche dubbio, piuttosto fai una visita brevissima, cinque minuti di orologio , un sorriso, un caldo abbraccio , due parole e  te ne vai, ma almeno il malato sente che c’e’ qualcuno che gli vuole bene.
Smettiamo con questi falsi moralismi del tipo “ho paura di disturbare”!!! forse conviene a noi ragionare in questo modo????
Ovviamente se conosci il carattere della persona e sai che potrebbe rivelarsi cosa gradita . Diversamente ci sono persone che quando stanno male non vogliono vedere nessuno … io lo so’ e le rispetto . Ma piuttosto a questo punto mando un sms quasi giornaliero poco invasivo o una rapida telefonata. L’importante e’ far capire che ci sei  che le stai accanto nel momento del bisogno.
Ricordo una mia cara collega cinese …..ci siamo ammalate insieme … andavo in pausa pranzo a casa sua …..quando andava in Cina per delle cure sperimentali, mandavo dei messaggi a suo marito  …sono andata ancora alcune volte in ospedale…fino ai suoi ultimi giorni . Rimane il rammarico di non aver fatto abbastanza, ma sicuramente le ho regalato qualche sorriso e qualche abbraccio che non ha avuto da tutti quelli che piuttosto che chiamarla preferivano la via piu’ veloce e meno coinvolgente chiedendomi “Hai notizie? Come sta?”  ed io dopo l’ennesima richiesta d'informazioni un po’ scocciata rispondevo “Perché non glielo chiedete voi direttamente? Sono sicura che le farebbe piacere”. Sicuramente  ognuno di loro avra’ avuto le sue buone ragioni, ma siamo cosi’ presi e oberati da impegni quotidiani, casa, lavoro, figli per dimenticarci quanto sono importanti le persone che ci circondano ? O lo capiamo solo quando il problema ci tocca da vicino?
Mentre ero a casa dal lavoro durante la convalescenza, purtroppo un’amica stava iniziando anche lei la sua dura battaglia personale ed era in attesa dei risultati dell’esame istologico . Il giorno fatidico le chiesi “vai da sola a ritirarli?” e lei “si ! mio marito e’ impegnato con il lavoro e non puo’ accompagnarmi” al che non ci pensai due volte e le risposi “ti accompagno io!”. Di certo lei tento’ di opporre resistenza, dicendo che lei era una tosta che non aveva bisogno di nessuno, ma io m'imposi fermamente. Sono stata maleducata direte voi?? Forse e’ vero, sono stata maleducata e invadente, ma una vocina dentro di me mi diceva che dovevo andare con lei. Quando la vidi sciogliersi in lacrime davanti all’oncologo che le stava comunicando la triste notizia di un tumore maligno, capii che il mio comportamento non cosi’ “politicamente corretto” era stato la scelta giusta, perchè lei in quel momento aveva bisogno di un sostegno ed io ero li’ accanto a lei come solo un’amica puo’ e deve fare.

Questo forse vi sembrera’ un post “scomodo” e polemico, ma la mia intenzione e’ smuovere la coscienza di ognuno di noi , perché basta veramente poco per rendere felice un conoscente un amico senza aspettarsi nulla in cambio . E dalla mia esperienza vissuta non riesco ad essere indifferente davanti alla sofferenza altrui, magari sbagliando, ma pur sempre a fin di bene e armata di buone intenzioni. Perché non proviamo un po’ tutti a donare un sorriso a chi e’ piu’ sfortunato di noi? E’ cosi’ gratificante J

Foto cortesia di maf04, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/

sabato 2 aprile 2016

GIOVANE DENTRO

Non mi sono mai considerata bella, nemmeno da ragazzina. Il mio “dialogo” quotidiano con lo specchio è sempre stato una dura lotta, eternamente insoddisfatta e spietatamente critica verso me stessa.  Da adolescente il mio corpo aveva le sembianze di una pera, seno abbondante vita stretta stretta e fianchi generosi. Forse appartengo ad un’altra epoca! 
Alla corte del Re Sole a Versailles avrei fatto un figurone, con gli sfarzosi abiti e il seno strizzato in un corpetto ….un “davanzale” così non sarebbe di sicuro passato inosservato. 
Ma vogliamo parlare dei favolosi anni 50? Sarei stata perfetta per il film “Vacanze Romane”….. ampi vestitini strategici per nascondere il lato B , cinturina per valorizzare il punto vita, mini foulard al collo  e occhiali da sole scuri ……gia’ mi vedo avvinghiata a Gregory Peck in giro per la città eterna con la Vespa.
Purtroppo vissi la mia giovinezza a cavallo tra gli anni ’70/ ’80 e vi assicuro che  ogni giorno era una sfida per cercare di valorizzare il mio look. 
Nelle mani di mio padre, barbiere vecchio stampo, avevo perennemente i capelli con “moto ondoso in aumento”, non un bel riccio definito ma delle onde stile charleston. Ringrazio ancora mia zia che un giorno, al colmo della disperazione, mi libero’ dalle grinfie di mio padre e mi disse “Ti porto da una parrucchiera moderna perche’ cosi’ sei inguardabile!”. Il mio papà ancora non me lo perdona ma la “cofanata” di capelli anni ‘80 era sicuramente preferibile ad una piega old style!
Naturalmente tra le teenagers di quegli anni i jeans rappresentavano il capo di abbigliamento piu’ usato che, sebbene di vari modelli, ti rendessero il posteriore largo come una porta aerei, quindi l’unico rimedio era il pullover perennemente installato in vita ; piuttosto pativo il freddo ma non lo indossavo mai neanche quando salivo sul mio motorino “Ciao” modello vintage!
Era il periodo  dei cosiddetti “paninari” con i piumini Moncler e gli scarponcini da boscaiolo Timberland ma mia madre, pur avendo le possibilita’ economiche, non mi comprava nulla di griffato e alla moda, quindi il mercato dell’abbigliamento con le sue bancarelle era il mio piu’ fedele alleato.
Malgrado i miei 60 chili circa andavo fiera della mia pancia piatta che in seguito alle due gravidanze ahime’ rimase solo piu’ un lontano ricordo. 
Ammetto che invidiavo e invidio tuttora le donne magre; perche’ogni volta che mangio qualcosa devo chiedermi se e quanto mi fara’ ingrassare ? Sono arrivata al punto che se incontro una donna magra con gli stivali che “ le ballano” sul polpaccio, malgrado abbia infilato ANCHE i pantaloni dentro,  inizio a guardarla con sguardo omicida, ma che ingiustizia e’ mai questa? Io devo fare delle acrobazie per chiuderli!
Con il tempo e la maturita’ ho iniziato ad accettarmi per come sono, ho fatto pace con il mio corpo, grazie ad una nutrizionista ho perso i chili che avevo acquisito durante le terapie e ho cercato di volgere in positivo un’esperienza dolorosa come la malattia . Capelli cortissimi biondo platino, trucco sempre molto curato, orecchini importanti  e tacchi alti, perche’ una donna se vuole puo’ reinventarsi e rendere giustizia all’adolescente  brufolosa e insicura di un tempo.  
E se poi una collega nonche’ amica ti dice “Rosy tu sei una delle poche donne che  migliora con il tempo” non puo’ che farti piacere dopo tutto basta un po’ di forza di volonta’ ogni mattina!

Foto cortesia di Dan Queiroz, pubblicata con permesso https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/